24 gennaio 2007

Conoscenza profonda

Caterina era di malumore e ha sparato:
"Gli uomini, quando si tratta di donne, credono di sapere tutto, quando in realtà sanno meno di un feto (lui almeno sa dal di dentro)." è__é

22 gennaio 2007

Sad in the city - Episodio 10

Io: "Sara, non ti riconoscevo, chissà perché ti aspettavo con una giacca più chiara"
(Sara poi si toglie il giaccone rivelando dolcevita nera e maglioncino lilla)
S:
"Il cuore è nero, ma la confezione è rosa confetto!" dice fiera indicandoli.
U: "Eh ma il reggiseno sarà rosa..."
S: "Fucsia!" ^o^
U: "Eh infatti... io invece nera dentro e fuori!" *evilgrin*

Al ristorante giapponese. Ursula con le bacchette raccoglie briciole di cibo dal piatto.
Io: "Ti stai esercitando?"
U: "A prendere i pezzi piccoli."
Io: "Per quando?"
U: "Per i tempi di carestia, non so eh!" ¬¬ (per la serie: Silvia ma che razza di domande fai?)

18 gennaio 2007

I love the City! – London Report by Silvia & Ursula (part2)

30 dicembre: London, here we come!

Le nostre si alzano di buon’ora, e si preparano con entusiasmo al primo vero giro nella City!
“Guarda, c’è tanto sole, non si vede una nuvola. Che dici, Silvia, portiamo solo un ombrello?”
“Si, giusto, che non si sa mai. Portiamo il mio che è piccolo?”
“Ok, magari lo teniamo a turno”
La cucina dell’ostello è una specie di piccolo antro, 2m x 2m, affollata. Ursula decide che per prima cosa è meglio scaldare l’acqua per il tè, e poi mette delle fette di pane nel tostapane. La casa offre marmellata, burro, e nutella. Finalmente l’acqua bolle… e dopo una lunga ricerca fra pacchi e pacchetti di origine e contenuti ignoti, le nostre si arrendono: non ci sono le bustine per fare il tè. Possibile?? A Londra?? Mah… Ursula, da brava teinomane, pensa che verranno comprate il prima possibile. Dopo aver ricavato un piccolo spazio su un tavolo nel salotto (sempre invaso da parassiti accasciati sul divano), finalmente si mangia e si torna su per prendere i giubbotti e si esce in strada.
Dopo aver chiuso la porta, Silvia domanda “Ma hai preso l’ombrello?”
“No, non me l’hai dato.”
“Perché non me l’hai chiesto?”
“Quindi siamo senza ombrello?”
“Già … ma siamo fiduciose!” (più che fiduciose, non c’è nessuna voglia di rifare i 4 piani di scale…)

Eccoci per le strade, baciate in fronte dalla fortuna che ci regala una mattina di sole e cielo terso, mentre constatiamo che la lingua più parlata è… l’italiano (oooh), e il passante tipo… la coppietta che si accoppia (eeeeh).

Per prima cosa immortaliamo il monumento a Boadicea; la ressa rende difficile lo scatto ma facile comparire nelle foto di almeno una cinquantina di turisti.
Anche la statua è infastidita: sembra nella tipica posa "Ma daaaai! Al diavolo sti rompipalle!"




Passiamo davanti al Big Ben e il Parlamento, ammiriamo la cattedrale di Westminster (solo dall’esterno, visto il prezzo d’entrata) e alcune curiosità che si trovano per strada:
“Che razza di roba è?” (di fronte a una sorta di rombo di metallo alto al ginocchio)
“Boh? Uno smistafolla?”
“O uno sfollagente: lo gettano in mezzo alla folla! Ahahahah!”

Al mercato di Camden Locks siamo attratte dai tipici prodotti inglesi: vestiti dark, autoreggenti con la zip, guanti di pizzo, pashmine. Quando la fame chiama, ci imbattiamo in una cinese che grida “Come here ladies, chinese food and indian food, all mixed up together, very delicious!”. Dieci minuti dopo, ancora congratulandoci per l’ottimo affare fatto, giriamo l’angolo e scopriamo un vicolo pieno solo di baracche mangerecce… molte a prezzi inferiori. ^^;

Nel pomeriggio si cominciano a notare i primi segni di cedimento:
“Prendiamo la Circular?”
“Mmm mi sento spossata.”
“Spaesata?”
“La Circular!”
“Ah, spossata!”
La metro concilia uno stato di trance, che porta Silvia al dormiveglia e qualcun altro alle premonizioni; ad un tratto infatti Ursula le fa pat-pat sulla spalla dicendo “Su, dai, manca solo un mese!”
“Un mese a che?”
“Boh? Mi è venuto sto pensiero dal nulla.”

Non del tutto stanche di camminare e vista l’ora, decidiamo di andare a vedere anche i mercatini di Portobello Road. Sappiamo già che non compreremo nulla, ma un giro vale la pena farlo. Appena usciamo dalla metro… inizia a piovere. Silvia tira su il cappuccio pensando all’ombrello nella sua valigia. Ursula guarda con odio il cielo pensando all’ombrello di Silvia, al suo e al cappuccio del piumino chiuso in valigia. All’inizio piove poco, pertanto decidiamo di incamminarci lungo la via comunque. Dopo 10 minuti inizia a diluviare…
Tentiamo di infilarci in qualche negozietto, ma non è un’azione semplice, primo perché non ci sono tanti posti dove ripararsi, secondo perché la stessa cosa stanno facendo quasi tutti gli altri turisti. Ok, Ursula decide che bisogna comprare un ombrello, visto che non accenna a smettere…
Camminiamo un po’ e Silvia indica un cesto contenente due ombrelli con la bandiera inglese al posto della normale tela colorata. Costano 5 sterline (7,50 €, n.d.r.). Ursula si rifiuta. Silvia la guarda con odio. Ursula è sicura che ce ne saranno altri. Dopo un po’ entriamo in un negozio stile “Acqua e sapone”, dove vendono ombrelli ancora più cari. L’odio di Silvia aumenta dopo il rinnovato rifiuto di acquisto da parte di Ursula. Dopo altri dieci minuti sotto la pioggia, miracolo! un negozio espone sobri ombrellini a 3 sterline. Ursula ne compra uno bordeaux: a questo punto non ha scelta, vista l’aria minacciosa della compagna di viaggio. Lo apriamo … “ah, finalmente un ombrello”… si gira due volte per colpa del vento simile alla Bora che abbiamo scoperto si alza ogni pomeriggio … e smette di piovere.

Alle cinque arriviamo finalmente in camera. “Bon, ci riposiamo 10 minuti e poi facciamo un giretto in centro prima di cena, che ne dici?”
“Sì sì, dieci minuti.” Si infilano il pigiama solo perché in camera fa troppo caldo per star vestite. Dopo alcuni istanti Silvia borbotta “Ti dispiace se faccio un pisetto veloce?”
“No no, tranquilla, ti sveglio io.”
Dopo cinque minuti ronfiamo entrambe panza all’aria.
“Mmm ci voleva un riposino… che ora è? MIODIOSONOLESETTE!”

Ursula vuole andare da Harrod’s, famosissimo super negozio nel centro di Londra, ora in piena stagione di saldi e ancora addobbato con le decorazioni natalizie. Visto che a pochi passi dall’ostello c’è un altro centro commerciale (Whiteleys), decidiamo di fare prima un giro lì e poi di andare da Harrods.

Guardiamo un po’ di negozi, restiamo ammaliate da Yo!Sushi, uno sushi-bar carinissimo e decidiamo che è ora di andare.
Peccato che la guida di Londra sia rimasta in ostello… Poco male, c’è una fornitissima libreria al primo piano. Così, mentre Silvia fa finta di cercare altro e mostra ad Ursula una serie di libri inutili, la seconda sfoglia una guida di Londra alla ricerca dell’indirizzo di Harrods. “Eccolo , l’ho trovato! E’ facile, si scende lì con la metro e ci siamo… Ah.. chiude alle 7… Silvia, che ora è?” “Le 7.30” … “Ok… Sushi bar?”

Il sushi bar è uno spettacolo. Ursula resta affascinata da un sistema di distribuzione del cibo che non ha mai visto, e decide che non andrà via da lì se non avrà provato almeno uno di quei deliziosi piattini colorati contenenti sushi e altre delizie. Restiamo 10 minuti in attesa che qualche nuovo cliente si accomodi, per capire da dove si comincia e se dobbiamo parlare con qualcuno prima. L’attesa è un fiasco, così le nostre decidono di metter piede vicino al banco. Immediatamente vengono raggiunte da un cameriere che ci chiede se è la nostra prima volta, e che ci spiega come è organizzato tutto. Ci sediamo, di fronte a noi vengono messi due bicchieri per l’acqua che possiamo prendere da delle fontanelle impiantate nel bancone, ci serviamo delle bacchette, dei tovaglioli… e iniziamo a guardare i piatti che ci passano davanti. I piattini hanno colori diversi, a seconda del prezzo. Partono da 1 sterlina e 50 pence per arrivare a 5 sterline. “Prendiamo solo quelli da 1,50 e da 2?” “Si, si, meglio.”
Alla fine, dopo una pila di piattini, l’unico colore che manca è quello da 5 sterline.
Che dire del cibo? Buonissimo!!! Ursula vorrebbe affogare in quei sushi e nei piccoli maki… ma è ancora trattenuta dai soldi più che dallo stomaco, pertanto dopo un ultimo “ancora uno devo prenderne … ecco… quello verde con i maki al cetriolo… è mio!!” le nostre si incamminano sazie ma felici verso il centro di Londra.

Oh, Piccadilly Circus! Oh, le luci! Oh, i palazzi! Oh, gli stronzi che si corrono incontro abbracciandosi davanti a noi quando Ursula tenta di fare foto!








Oh, tutti i pali… spennellati di grasso??? “Attention, anti-climbing paint” dicono i cartelli, ma a casa nostra quello e` grasso. Cominciamo a chiederci preoccupate cosa facciano i londinesi a fine anno.







Facciamo un giro fino a Carnaby Street, notevole nonostante l’ora veda tutti i negozi chiusi, ed ammiriamo la vetrina più kitsch del mondo: un negozio di giocattoli espone due bambole di Barbie e Ken, a grandezza naturale, vestite da sposi. Ken tiene la mano di Barbie e la muove in quello che dovrebbe essere un gesto tenero, ma di fatto sembra che voglia staccarle il braccio. Immortaliamo il tutto per Sara e ce ne torniamo in ostello, di nuovo stanche nonostante la ronfata di prima.


Next… New Year’s Eve in London!

06 gennaio 2007

Propositi

È iniziato il 2007 ed è tempo di propositi. Mi piace fare propositi, è un modo per decidere su cosa indirizzare le mie energie. Inoltre, quando lasci la mente libera di vagare, chiedendoti cosa desideri *davvero*, puoi avere delle risposte sorprendenti.
Comunque, lasciando perdere questo discorso, la parola d’ordine per quest’anno è: novità. Fare cose che non ho mai fatto, sia in piccolo che in grande. Ogni giorno, concentrarsi su qualcosa di nuovo. Staremo a vedere cosa succederà, nel frattempo buon 2007 a tutti! :)

04 gennaio 2007

I love the City! – London Report by Silvia & Ursula (part 1)

E’ il 29 dicembre. Due donne si imbarcano su un volo Ryanair per Londra al grido di “Andiamo a seppellire il 2006!”…
… e scoprono che l’anno vecchio ha ancora qualcosa da dire, affiancandole a una coppietta che per tutto il volo cerca di accoppiarsi senza slacciarsi le cinture di sicurezza.

Siamo sul pullman che ci porta da Stansted a Victoria Station; mentre Silvia, che non è mai stata a Londra, ripete come una bambina rompipalle “Che bello! Che bello!”, Ursula che ci è già venuta una volta guarda pigramente dalla finestra e riflette “Oh un castello, chissà cos’è…” e si sente una voce dal fondo “Ecco la Torre di Londra!!!”. ^^;



Qualche piccolo inconveniente con la valuta del luogo: due banconote da 10 e 20 £ del 1993 vengono rifiutate con orrore dal bigliettaio della metro.
“Sarà perché c’è scritto Bank of Scotland?”
“Ma dai, è come se in Friuli non ci accettassero gli euro triestini!”
“Eeeh secondo me prima o poi succederà!” ride Ursula che girandosi si trova faccia a faccia con una ragazza che era in pullman con noi e che aveva esordito con “Ce ballis!” vedendo l’affollamento… In ogni caso non abbiamo mai scoperto cosa avessero, se non che abbiamo dovuto sganciare 75 pence al cambio per sbarazzarcene. Veniva voglia di picchiare l’omino del cambio finché non avesse detto la verità!



Ma parliamo un attimo dell’ostello. Per Silvia è la prima volta e cerca di adattarsi il meglio possibile in modo che la Maestra Ursula non trovi da ridire (anima santa che ha sopportato le mie folli divagazioni per tre giorni senza battere ciglio, n.d.Silvia). Qui scopriamo uno dei corollari della legge di Murphy: “Se un ostello ha 5 piani e non ha l'ascensore, la nostra stanza sarà sicuramente all'ultimo piano!”. Le scale sono all’inglese, che significa piccole strette ripidissime e a chiocciola. Dato che la toilette è una rampa sotto, cominciano i commenti:
“Devo andare in bagno”
“Vai”
“No, posso ancora resistere.”

Ed ecco Silvia che ci mostra la lussuosa camera!

Si possono ammirare due letti attaccati, i piumini azzurri, un tavolo grande e inutile, il lavandino, il televisore e il frigo..... che però vedremo meglio nella prossima immagine!


Ed ecco il fantastico frigo, pieno di... due fantastici yogurt!!

Ah si... a lato si intravede una cassettiera, che dopo un primo tentativo abbiamo deciso fosse meglio non esplorare troppo in giro!!

Prima di chiudere la giornata, perché non fare un giro in centro? Dopo aver percorso su entrambi i lati l'affollatissima e variegata Queensway (grande strada a due isolati dall'ostello), ceniamo in un posto dove fanno il kebab (luogo tra l'altro travestito da Fish & Chips). Ursula punta subito a un piatto completo: ha tutto, è semplice da pronunciare e costa relativamente poco. Silvia subito esordisce con “ah, no, prenderò solo il kebab. Le patatine non mi va di prenderle, non ho tanta fame ....”. Al suo turno di ordinare prende lo stesso piatto :P



Chiediamo di poterci sedere nella sala interna, giusto per non essere lì della porta (su un tavolo che definire oleoso è dire poco). L'unico posto libero è un sordido tavolino in centro alla sala, più unto del precedente e senza sale e salse.... Ci accontentiamo tentando di non far cadere nulla fuori dal piatto e ci facciamo fuori il primo pasto a Londra!



Infine, it’s nanna-time! In camera fa un caldo porco. Silvia, calorosa quanto una biscia al polo Sud, si infila tutta felice sotto la coperta rosa stile peluche e il piumino azzurro forniti dalla casa, esibendo persino orridi calzini notturni. Ursula invece, dopo una sofferta riflessione guardando sudata il pigiama, si infila sotto il lenzuolo con un paio di braghine nere, la canottiera a spallini stretti e la sciarpina celeste da passeggio attorno al collo “per evitare il mal di gola”. Vari tentativi di fotografarla incontrano minacce di violenza fisica.

End of day 1 – more to come!