27 febbraio 2006

28

Oggi sono un anno più vecchia. Non mi sento più saggia, né migliorata in alcun modo. Mi sento però più arida, come se quando sono contenta vedessi dall'esterno me stessa che si diverte e sta bene, e mi chiedo chi sia questa che se ne va in giro con la mia faccia. Un po' come se le persone non riuscessero a toccarmi per quanto si impegnino e per quanto io tenga a loro.
Stasera mi autodedico due canzoni dei Greenday. 'Notte e alla prossima.

"Here comes the rain again/falling from the stars/drenched in my pain again/becoming who we are/as my memory rests/but never forgets what I lost/Wake me up when september ends"

"I walk a lonely road/the only one that I have ever known/don't know where it goes/but it's home to me and I walk alone/I walk this empty street/on the blvd of broken dreams/where the city sleeps/and I'm the only one and I walk alone/My shadow's the only one that walks beside me/my shallow heart's the only thing that's beating/sometimes I wish someone out there will find me/'til then I walk alone

19 febbraio 2006

Viscerale

"L'amore è come lo scagotto: non sai mai quando colpirà, capita sempre quando è il momento peggiore, non si sa quando finisce e non puoi farci quasi niente."

Aggiungerei che lo senti con tutta te stessa, ti riduce uno straccio e ti mette nella merda. Ok sono inacidita al di là della redenzione, me ne rendo conto. Chi vuole legga e chi no passi avanti, che vi devo dire? :p

18 febbraio 2006

Sad in the city - Episodio 3

Puntuali come i reumatismi quando piove, immancabili come le vesciche con le scarpe nuove (che fa anche rima), vi presentiamo i pensieri spudorati nati durante le nostre sessioni "solo donne".
Stavolta mancava quella patina di allegra follia che ci contraddistingue, perlopiù per depressione lavorativa. Io poi ho ancora tanto muco nell'organismo che, come dice Sara, cibo e alcool hanno meno posto libero da occupare e compromettono subito il cervello (grazie cara, una buona parola fa sempre bene).

A proposito di come gli uomini etichettano una donna come "pappabile":
"Gli uomini sono un relitto psicologico: hanno due soli valori, SI e NO. Una volta che la lancetta si setta su un valore è finita, troppa fatica cambiare."

"Io guardo anche i 25enni! Se uno matura, matura; se no, no. Ci sono 18enni maturi e 50enni irrecuperabili."

"Voglio la pizza che anneghi nel pomodoro, e poi ci fai le toccettine!"

"Pensa che bello, a vivere da sola nessuno vedrà cosa fai in casa!"
"Eeeh cosa vuoi che faccia! Tipo poso un peperone sul letto!" o__O
(e qui purtroppo non possiamo riportare l'espressione del viso, uno spettacolo)

"Questo collega idiota... roba che gli prendo le due palline e gliele strizzo così!" è__é
(e qui purtroppo manca il gesto eloquente)

Discussione su quale coltello usare per evirare questi colleghi inefficienti: dal machete scomodo, al coltellaccio da cucina (da buttare, ci affettate voi l'arrosto dopo?) al coltellino di plastica.

A proposito di altro collega poco professionale:
"Lo stato d'animo giusto è quello in cui sei morto per me!" è__é

Speriamo di fare meglio la prossima volta, contagiate dalla pazzia che circola per le strade a carnevale. Anche per oggi è tutto, alla prossima!

15 febbraio 2006

Retroscena venexiani

Today la Silvia ed Ermanno sono andati in gita a Venezia per vedere una mostra a palazzo Fortuny. E' stato molto bello tornare dopo tanti anni nella suggestiva città lagunare. Però...
La nostra eroina/cocaina/oppiacea dapprima regredisce a età mentale 5 (zitti voi in fondo, vi ho sentito! Non è vero che non si notava la differenza!!!) e saltella tutto il tempo esclamando "Che bello che bello facciamo una foto?" Poi rosicchia senza ritegno il pane con l'uva che il povero Ermanno compra per sé.
A pranzo nei bacari, gradisco molto il vino rosso... pure troppo, visto che poi sbando vistosamente, tanto che il mio accompagnatore ritiene più saggio farmi camminare lontano dall'acqua. NB: avevo tutto il tempo una tosse spaventosa da fumatore 90enne di sigari causa bronchite presa l'altro ieri.
Nel primo pomeriggio vengo colta da mal di panza fulminante, costringendo a un rientro a tempo record, finché sul treno, ringraziando Dio come non mai per i bagni delle FFSS, mi trasformo in una concimatrice con le gambe. Non paga di me, scivolo in una sorta di coma dopo aver fregato a Ermanno l'I-pod, costringendolo a dormire - visto che era buio fuori dal finestrino non si vedeva una cippa.
Che dire? Eh, povero martire! Direte voi, ma ormai conosce Silvia da un po' e dovrebbe sapere cosa aspettarsi. Mmm, forse credeva di saperlo, ora penso si sia ricreduto! ^^;;;

10 febbraio 2006

Project Manager

Lui non è uno che vuole essere al centro dell'attenzione.
"Nelle compagnie numerose uno ha due scelte: trainare o essere trainato. E io non sono il tipo d'uomo che si fa trainare da un altro; ho DOVUTO darmi da fare."
Lui non dà valore all'apparenza.
"Accidenti ho l'armadio piccolo e già pieno di roba, mia mamma si lamenta. Oggi compro solo il paio di pantaloni che mi servono." (alcune ore dopo) "Non so dove metterò tutta questa roba, però era proprio bella e mi stava troppo bene per non comprarla. Certo ho delle t-shirt simili a queste, la cravatta non mi serviva, però certe cose sta bene averle."
Lui dà valore ai rapporti umani, veri, sentiti.
[ha su il sorriso di circostanza 24 su 24]
"Ho rivisto la mia ex dopo cinque anni. Mi ricordo che ci siamo lasciati malissimo, le ho urlato di tutto. Oggi l'ho invitata a bere un caffè e ha detto di no..." :(
"Non vedo perché non ci si possa vedere e fare due chiacchiere in bar, perché portare rancore?"
(mi ha appena lasciato e sto lottando per non piangere) "Ok, come restiamo? Quando posso chiamarti? Siamo ancora amici, vero?"
"Non capisco perché Sergio se la prenda se non mi faccio vivo per un po'. In fondo siamo amici da tanti anni, no?"
"Cosa c'è di male se sono sparito per mesi? Vuol dire che non era aria."
(lo ringrazio per il regalo di laurea) "Ah, cosa ti abbiamo preso?" (lo mando a quel paese) "Scusa era una battuta. In fondo, anche se sono oberato di lavoro, ho anche trovato il tempo di partecipare al tuo regalo, no?" (cioè si è fatto anticipare i soldi da qualcun altro per un oggetto che non sa neppure cos'è... e non telefona neppure per sapere com'è andata, dopo 8 ANNI che ci conosciamo)
Lui è sicuro della sua virilità.
"E' molto semplice: uomo = capelli corti, donna = capelli lunghi"
"Non mi piacciono le donne che si vestono come gli uomini"
"Una donna dovrebbe ogni tanto mettersi un abito, una gonna. Insomma!"
"La mia ex era piena di problemi e io stavo anche lì a risoverglieli; e lei si lamentava anche!" "E quanto siete stati insieme?" "Tre anni e mezzo" (per la serie: se non risolvo la vita di una donna, come faccio a sentirmi uomo?)
"Le manfrine degli innamorati sono solo per i deficienti."
Lui dice sempre la verità.
"Ti lascio perché voglio recuperare un rapporto umano con le mie ex; e poi ho paura di perderti definitivamente se la nostra storia finisse."
Lui è un diplomatico nato.
"Ti succede ancora di cercarmi quando ti svegli solo la mattina?" "No. Colazione?"
(amico) "Ho visto che prima mi hai chiamato..." (lui) "DIMMI IN 30 SECONDI CHE HO DA FARE"
"Vuoi venire a vedere le foto delle vacanze?" (dopo averle viste) "Ok ora è meglio che riprendiamo le nostre attività" (e mi sbatte fuori di casa, di fronte a tutta la sua famiglia)
Lui sa cosa vuol dire divertirsi.
"Guarda, sono in ufficio dalle nove di sera alle nove di mattina."
[serata romantica - si addormenta guardando la tv dopo una settimana che non ci si vede]
"Sono andato in montagna col mio capo"
"E' tanto che non ci vediamo, pranziamo insieme quando hai pausa?" "Ok!" "Ti dispiace se viene anche il mio capo?"

La patologia del PM è molto grave, perché colpisce in giovane età (24/25 anni); talvolta si manifesta in forma lieve nell'adolescenza per ripresentarsi virulenta con cicli di incubazione di circa 7 anni; si conosce anche una forma fulminante, quella del Team Manager. A tutt'oggi non si conoscono cure.

08 febbraio 2006

"R"

Imperdibile, sentita in palestra stamattina:
"La erre è l'unica cosa moscia adorabile in un uomo."

04 febbraio 2006

Sad in the city - Episodio 2

Ecco la seconda puntata della nostra serie preferita: donne allo sbaraglio che si fanno riconoscere. Avrete astutamente notato che ho cambiato il titolo: mi piace così, è la nostra vera sit-com! ^^
Le nostre, stavolta tutte e quattro, si trovano in un bel caffè triestino - dove peraltro le conoscono già, se in bene o in male lo lascio alla vostra immaginazione - di gusto squisito, eccetto per il disegno di un coniglio obeso, una foto di cinque maiali in un porcile e un enorme puttino bronzeo appeso al soffitto.
Vi riporto le chicche migliori, stavolta però senza specificare chi le ha dette. Provate a indovinare! ;)

Parlando di pastine...
"Guarda, quando si tratta di dimensioni, se puoi, scegli grande"

"Che bello essere edonisti!"

"Gli uomini alle volte non si capisce un cazzo cosa dicono, ci vuole veramente tanta buona volontà."

"Che bello questi uomini perversi, basta che non siano LAIDI!" :D

"Ma chi ha detto che l'uomo bisogna amarlo? E' una guerra (per conquistarlo, ndr)"
"A sto punto mazemolo e po' bon!"

"Oh gli uomini sono così teneri nelle loro stupidaggini!" ^o^

"Ho ancora voglia di cose dolci..."
"Prendi ancora qualcosa, che oggi offro io."
"No, be', allora no."
"Allora paga il tuo, paga paga!"

"Mi sono comprata un cuoricino di peluche!" (lo tira fuori, gongola, lo stropiccia , se lo struscia sul naso etc.)
"NOO IL SIMBOLO DEL MALE!!!"
"Acidona! Guardalo, com'è tenero e morbido e piccolo e bello... sembra di avere in mano il cuore di qualcuno!" :)
"Sì... (finge di schiacciarlo) SPLAT! Oh, si è rotto!" *evilgrin*

"Io mi amo!"

Parlando di una conoscente con la lacrima facile:
"Non piangere per qualsiasi cosa! Muori! Abbi un po' di contegno! Fallo in silenzio almeno!"

Ringrazio me stessa per la prontezza con cui annoto sulla fida agendina tutte le nostre perle; Sara ormai si spaventa quando vede che la tiro fuori dalla borsetta!
E anche per oggi siamo giunti alla conclusione. Nota bene che stavolta siamo riuscite a dire tutte 'ste cazzate senza bere una goccia d'alcool... ma forse il tè alla vaniglia si dimostra altrettanto nocivo. Cosa? Dite che non conta quello che beviamo ma sono le nostre menti bacate? Molto probabile. ;)

03 febbraio 2006

Piccole cose

Giorni fa mi scrive una lettrice chiedendomi di pubblicare la sua lettera nel mese di una ricorrenza speciale per lei. E io ho già chiuso la rubrica di quel mese. E passato il file. E penso:
“Mmm… però potrei fare una modifica e ripassare il file, anche se in teoria non dovrei…”
Ma sono stanca, e svogliata, e spremuta (nel senso della creatività) come una mucca a cui non è rimasta una goccia di latte e allora rimango a fissare il monitor, pigramente.
“Lo faccio. Non lo faccio. Lo faccio. Ma non ne ho voglia. Sono stanca. Ho sonno. Però… Ma tanto che importa? La pubblico nel prossimo numero. Ma non è la stessa cosa, dev’essere quel mese e non un altro. Però sono stanca, non ho manco la forza di fare taglia e incolla, e poi sforerò con le battute, dovrò fare delle modifiche e ho pure delle consegne urgenti da fare.”
Quindi l’ho fatto.
È solo che… era una piccola cosa e la potevo fare solo io.
L’sms di una persona cara, una carezza gentile, qualcuno che ride di gusto a una tua battuta, il piccolo sapone al miele ricevuto in omaggio da una commessa perché hai detto che era il tuo preferito… tutte queste piccole cose possono essere così importanti. Una volta ricordo che in zona ferie ero stanchissima perché avevo avuto diversi lavori da svolgere contemporaneamente e mi trovavo in quel mood “non riesco a scrivere una sola riga, non ricordo più neanche come si legge, sono diventata analfabeta”, e mi arriva a sorpresa il complimento di un caro amico su un pezzo che avevo scritto. Sono riuscita a finire tutto quello che avevo da fare grazie a quello, se no chissà quanto ci avrei messo!
Ci sono tante piccole cose che possiamo fare per le persone. Alcune sono determinanti, altre di meno, ma non è possibile saperlo a priori. Sento spesso dire “quel mio amico non lo vedo da mesi, ma so che se ho bisogno di aiuto posso sempre contare su di lui”. È una cosa bellissima. Ma c’è anche l’amica che ti sta vicino, che ti fa una battuta per tirarti su, che sa cosa ti è successo il mese scorso e che si fa sentire perché è bello condividere la propria vita. E poi ci sono gli estranei. Le persone che non conosci, che vedi una volta e magari non rivedrai più ma in quel momento dicono o fanno proprio la cosa giusta, che ti fa sentire bene, che magari ti tira su perché eri un po’ triste. Cerco sempre di essere gentile per quanto è nelle mie possibilità. Perché anche se rendo una persona contenta per un momento, dopotutto la vita di tutti è fatta di momenti, no? E poi chi può sapere se *quel* momento è determinante per far prendere alla persona una decisione, o una svolta, o altro? Io non so se la mia lettrice ci tenesse veramente a essere pubblicata, ma questa è una cosa che non spetta a me giudicare. La mia parte l’ho fatta.

02 febbraio 2006

Regina dello scazzo

La Regina dello Scazzo è un esemplare femminile di homo sapiens sapiens affetto da una patologia che lo rende particolarmente acido, scazzato e nocivo ai suoi simili. E' considerata comunemente una rarità, vista la sua capacità di mimetizzarsi nel branco in condizioni normali; nel rapporto ravvicinato invece si tradisce facilmente. Questa giovane donna è perennemente, invariabilmente, inevitabilmente, inconfondibilmente scazzata, sia che scriva la tesi, cerchi lavoro, trovi lavoro, faccia carriera.
Si distingue innanzitutto dall'aura gelida che la circonda e dal sorriso di circostanza, in stridente contrasto con gli sms pieni di affabilità che invia. E' affetta da stanchezza cronica in quanto lavora per propria scelta dodici ore al giorno: non può esimersi in quanto regge il peso dell'universo. Consola pertanto gli ammalati con frasi come "Approfittane e risposa anche per me", senza capire perché si offendano. E' molto comprensiva con gli amici e ne ascolta volentieri i problemi... la settimana successiva, se ha tempo. Lamenta di non avere una vita sociale, invidiando e criticando i disoccupati che possono uscire tre sere a settimana (fa niente se sono disoccupati). Determinata sul lavoro come uno schiacciasassi e altrettando comprensiva, ammette tristemente che i giovani d'oggi non sono professionali; nessuno, qualunque lavoro faccia, può capire le sue fatiche.
Non ha scrupoli nel chiedere ciò che le serve e dimentica facilmente ciò che non la riguarda.
La Regina dello Scazzo soffre di "grosse delusioni sul piano dei rapporti personali", come dice guardando significativamente il suo interlocutore - lo stesso disoccupato che stava a letto malato - che non sa se averne pena o riderle in faccia (e opta alla fine per un dignitoso silenzio).
Il lettore faccia dunque attenzione, perché potrebbe averne una accanto e non riconoscerla subito.

A seguire a breve la presentazione del corrispettivo maschile della Regina dello Scazzo, il Project Manager.