[sottofondo consigliato: Nightwish, The Islander]
Noto un inquietante parallelo tra questo blog nell'ultimo mese e la mia vita sociale da gennaio ad oggi.
Ma parliamone, della mia vita sociale inesistente. Concorso di cause o cumuletti di marrone che dir si voglia, certo c'è cmq della tristezza anche per quegli amici/amiche che si trovano il moroso/a e spariscono. Mi fanno sentire un po' come un animale da compagnia che non serve più. Eh, si vede che non tenevo poi tanta compagnia. Come dicono i matematici, la soluzione più semplice è spesso quella corretta, teorema in cui s'inscrive il corollario Se uno ti dice che non se la sente di cominciare una storia, non si sente di cominciarla con TE, come ci prova il fatto che XY sta ancora con la fantomatica "altra".
Parliamo anche del senso di inutilità cosmica (del mio senso di inutilità, ovvio, se no il titolo non c'entrerebbe una pippa). Non è una questione di quello che ci viene proposto come modello culturale, è una questione di quello che io desidererei per me, e già si noti il condizionale, anche la speranza ormai sta nel regno delle improbabilità. Tutti, e sottolineo tutti, quelli/e che conosco hanno almeno:
o la casa (leggi: vivere da soli o cmq fuori dalle balle dei genitori)
o uno stipendio che permetta di vivere (dai 900 euro in su, non sono avida)
o un moroso/marito (figli optional).
Silvia fallisce su tutta la linea. Punto. E ribadisco, sono le cose che desidererei, non quelle che "ci viene detto che una persona di successo dovrebbe avere", che poi chi mi conosce sa che ad es. il mio concetto di casa è un buco con l'acqua corrente e un materasso per terra. Pensare che c'è stato un momento della mia vita in cui pareva fosse tutto lì lì per realizzarsi.
Ma vediamo di concludere, prima che Elena mi faccia notare "ah ma Silvia hai scritto con una sintassi terribile" e ne scaturisca l'ennesima voglia di mandare tutti a quel paese. Tutti dicono "Non sei tu che non vai bene, sono gli altri", ma se è vera la legge di cui sopra, mah, comincio a credere che "c'è del marcio in Danimarca" e di avere una bandiera rossa con croce bianca in fronte (senza nessuna offesa per la Danimarca e i danesi). Insomma, dai, ci sono momenti in cui nemmeno io uscirei con me stessa, come ha ben scoperto il nostro amico Vecchio Porco (visto che sto nick ti piace tanto, non prendertela se lo uso ^^). Poi quando conosco qualcuno senza secondi fini, solo con l'idea di vedere se è una persona piacevole con cui fare ogni tanto due chiacchiere, e già lì il soggetto svanisce nel nulla, lasciatemi venire dei dubbi sulla qualità del prodotto Silvia.
E cmq forse mi taglierò di nuovo i capelli cortissimi, Ursula mettiti l'animo in pace.
Noto un inquietante parallelo tra questo blog nell'ultimo mese e la mia vita sociale da gennaio ad oggi.
Ma parliamone, della mia vita sociale inesistente. Concorso di cause o cumuletti di marrone che dir si voglia, certo c'è cmq della tristezza anche per quegli amici/amiche che si trovano il moroso/a e spariscono. Mi fanno sentire un po' come un animale da compagnia che non serve più. Eh, si vede che non tenevo poi tanta compagnia. Come dicono i matematici, la soluzione più semplice è spesso quella corretta, teorema in cui s'inscrive il corollario Se uno ti dice che non se la sente di cominciare una storia, non si sente di cominciarla con TE, come ci prova il fatto che XY sta ancora con la fantomatica "altra".
Parliamo anche del senso di inutilità cosmica (del mio senso di inutilità, ovvio, se no il titolo non c'entrerebbe una pippa). Non è una questione di quello che ci viene proposto come modello culturale, è una questione di quello che io desidererei per me, e già si noti il condizionale, anche la speranza ormai sta nel regno delle improbabilità. Tutti, e sottolineo tutti, quelli/e che conosco hanno almeno:
o la casa (leggi: vivere da soli o cmq fuori dalle balle dei genitori)
o uno stipendio che permetta di vivere (dai 900 euro in su, non sono avida)
o un moroso/marito (figli optional).
Silvia fallisce su tutta la linea. Punto. E ribadisco, sono le cose che desidererei, non quelle che "ci viene detto che una persona di successo dovrebbe avere", che poi chi mi conosce sa che ad es. il mio concetto di casa è un buco con l'acqua corrente e un materasso per terra. Pensare che c'è stato un momento della mia vita in cui pareva fosse tutto lì lì per realizzarsi.
Ma vediamo di concludere, prima che Elena mi faccia notare "ah ma Silvia hai scritto con una sintassi terribile" e ne scaturisca l'ennesima voglia di mandare tutti a quel paese. Tutti dicono "Non sei tu che non vai bene, sono gli altri", ma se è vera la legge di cui sopra, mah, comincio a credere che "c'è del marcio in Danimarca" e di avere una bandiera rossa con croce bianca in fronte (senza nessuna offesa per la Danimarca e i danesi). Insomma, dai, ci sono momenti in cui nemmeno io uscirei con me stessa, come ha ben scoperto il nostro amico Vecchio Porco (visto che sto nick ti piace tanto, non prendertela se lo uso ^^). Poi quando conosco qualcuno senza secondi fini, solo con l'idea di vedere se è una persona piacevole con cui fare ogni tanto due chiacchiere, e già lì il soggetto svanisce nel nulla, lasciatemi venire dei dubbi sulla qualità del prodotto Silvia.
E cmq forse mi taglierò di nuovo i capelli cortissimi, Ursula mettiti l'animo in pace.